La favola di felici da matti: dal recupero di oli esausti all’inserimento delle persone
Prendi un progetto nato quasi 20 anni fa, inserisci nel calderone la voglia di creare percorsi di inserimento per soggetti svantaggiati e persone con disabilità mentale ed avrai la cooperativa Felici da Matti, nata nel 2003 da una visione di fede di 6 donne e un sacerdote.
Felici da Matti recupera e ricicla gli oli esausti e grazie all’aggiunta di oli essenziali di agrumi e altre materie prime naturali, dà vita ai detergenti della linea BERGOLIO Eco³ (acquistabili su Gioosto) e a diversi saponi solidi.
L’olio post consumo, infatti, non è biodegradabile, è molto inquinante ma facilmente recuperabile: se trattato può produrre lubrificanti vegetali per macchine agricole, biodiesel e glicerina per saponificazione.
“In questi anni siamo cresciuti, in tutti i sensi sia come realtà che umanamente” – racconta Teresa Nesci – “siamo partiti da un paio di forbici e senza alcuna risorsa”.
Oggi Felici da Matti è una struttura di circa 500 mq situata a Roccella Jonica, autorizzata dalla Provincia di Reggio Calabria con procedura ordinaria per le operazioni di recupero e riciclo di due tipologie di rifiuti.
Ed è in questa sede che si trova il laboratorio per la produzione e commercializzazione del Sapone Solido e la Linea dei detergenti BERGOLIO Eco ³!
Dal 2003 sono state tante le coincidenze che hanno portato Felici da Matti a essere la realtà di inserimento di soggetti svantaggiati che è oggi o, come le chiama Teresa, “Dioincidenze”: “è stato un susseguirsi di cuori e di mani che si sono incontrate e che ci hanno fatto crescere sia a livello di attrezzature, come numero di persone che partecipano al progetto e anche a livello umano”.
“Felici da matti per noi è come un figlio” – continua Teresa – “ci mettiamo tutto l’amore che si dedica ad un bimbo e ogni giorno è un nuovo inizio, abbiamo sempre tanto lavoro, questo è incredibilmente bello, anche se ultimamente siamo più matti che felici, ma per una cosa positiva”.
Ma come rispondono i ragazzi e le ragazze che scoprono in Felici da Matti un buon modo per ripartire e rinascere?
Su questo Teresa non ha dubbi: “Ti posso raccontare l’esperienza di un ragazzo che appena arrivato era completamente chiuso e ripiegato su se stesso a causa di una fortissima balbuzia che non gli permetteva di avere contatti con le persone.
È stato bellissimo sentirci dire, dopo qualche tempo, ‘che ora è un’altra persona’.
Ci piacerebbe trasformare i nostri percorsi di inserimento in veri e propri contratti di lavoro, perché vediamo quanto fa bene il progetto e come fa cambiare le persone in maniera positiva chi ci aiuta.
Il primo percorso di inserimento di Felici da Matti fu con una struttura che accoglieva disabili mentali, un momento che Teresa ricorda con piacere:
“li facevamo lavorare, dandogli un compenso per le mansioni svolte, ancora mi tornano in mente i sorrisi e la felicità di vedere che il proprio operato veniva giustamente ripagato”.
La realtà di Felici da Matti fa capire che bisogna creare un’economia che metta al centro le persone, proprio come conferma Teresa:
“dobbiamo renderci conto della potenza e della forza che tutti noi abbiamo per cambiare le cose. Possiamo veramente essere il motore per mettere in atto un cambiamento fatto di percorsi ed economia civile basato sulla persona.
Il profitto deve essere visto come un mezzo per arrivare al fine di far star bene tutti.